Nota 1. Ho pubblicato un racconto on line
Nei giorni scorsi, sul mio profilo Facebook, avevo scritto che, avendo un account ISSUU inutilizzato da anni, ho finalmente deciso di provare a usarlo e quindi invitavo i miei contatti alla lettura di un mio racconto, anche quello recuperato dagli scaffali del tempo: il Pampiro.
Siccome il mio account è di base e non consente di scaricare, ho anche aggiunto che, se qualcuno lo desiderava, dato che il racconto è distribuito sotto licenza Creative Commons, lo posso tranquillamente mandare gratis in formato PDF a chiunque me lo chieda. Non ho ancora francamente capito perché a volte vai su ISSUU (da anonimo, ovviamente, non dopo aver fatto il log in) e puoi leggere tranquillamente quello che c'è, e altre volte invece ti chiedono di registrarti, mentre alcuni miei corrispondenti segnalano problemi a seconda dai browser. Se qualcuno sa qualcosa di illuminante al proposito...
Nota 2. Sorpresa, lamentazione, abbozzo di riflessione.
Ringrazio di cuore quei pochi amici che hanno commentato, fatto domande, segnalato problemi. Ma quello che mi ha sorpreso è il numero decisamente basso (anche se molto lentamente, a uno a uno, altri si aggiungono) di interazioni e di "mi piace". Stavo incominciando anche a condividere in gruppi, ma visto l'andazzo mi sono fermato. Nessuno finora mi ha chiesto il pfd. Un flop totale?
Può essere che sia un caso, o anche che il racconto sia talmente brutto che i più preferiscono osservare un pietoso silenzio. Ma non credo. E provo ad azzardare qualche ipotesi.
Dunque. Sui "social" vanno forte le notizie a vanvera su pandemia e dintorni, gli insulti alla politica, le pubblicità gratuite ai padroni del web in pagine dove la regola sarebbe parlare solo di cose "gratis"; vanno le assurdità tipo "vediamo se leggete questo post fino in fondo", che faccia avresti se fossi un armadillo, sei un genio se per individuare il punto di domanda in una figura composta tutta di punti interrogativi ci impieghi meno di un quarto d'ora!
Vanno poco le esortazioni a prendersi ognuno le proprie responsabilità, di più certe frasi molto intellettuali di intellettuali che si rispondono e commentano solo fra gli intellettuali loro amici, e ovviamente le foto di gattini.
Risulta forse difficile, o fastidioso concepire un mondo in cui non soltanto si commentano le azioni e i pensieri altrui, ma si agisce in prima persona, come magari la tecnologia di oggi ci consentirebbe di fare (ma nessuno ce lo dice! E anzi, se ce lo dicono facciamo volentieri finta di non sentire!)
E così - discorso generale, di tendenza, che non riguarda necessariamente, per fortuna, ognuno di noi - succede che narcisisti, arroganti, intolleranti, permalosi, logorroici - stendiamo un velo pietoso sulle miserie umane venute a galla tutte insieme nel tempo della pandemia!- celebriamo l'atrofia della comunicazione reale tra gli umani, raccontandoci che finalmente cambierà tutto quando potremo condividere il nulla con la banda ultra larga e il 5G!
Nota 3: tecnologia e cambiamento, e leggete il mio racconto!
Npn è male ricordarlo: la novità portata dalla tecnologia non è che oggi possiamo leggere il giornale e guardare la televisione on line, ma che oggi la televisione e i giornali li possiamo fare noi! Ovviamente, non se perseveriamo nelle abitudini di consumo passivo, naturale per generazioni nate e cresciute con la televisione, ma che potremmo incominciare a superare dopo 40 anni di personal computer, verso un uso della tecnologia attivo, responsabile, collaborativo.
Dopo
di che un
libro,
sapendo un po' come fare e con un po' di pazienza, lo si può
produrre anche da soli, così come un breve video anche di qualità.
Ma per fare la televisione,
scrivere giornali,
occorre imparare
a lavorare
insieme,
dividersi tecnicamente il lavoro, bilanciare la parte diciamo umana
con la tecnologia, perché questa ci aiuti e non ci sostituisca
(se non in casi particolari e per nostra precisa scelta), come
avviene quando per esempio il software "monta da solo" le
nostre riprese video, o anche quando le app dedicate, rispetto a
qualsiasi questione, decidono
per noi.
La maggior parte di noi si accosta alla tecnologia del 2020 con la testa del 1960, e questo è un grosso problema!
E comunque, se qualcuno vuol leggere il racconto del Pampiro, mi vuol chiedere il pdf, mi dice se gli è piaciuto oppure no, e magari sapere di più sulle cose che scrivo, di cuore lo ringrazio. 😊