L’altra
sera, bell’incontro a Brescia
sui Tarocchi
dei Visconti.
In
realtà i tarocchi mi hanno affascinato da
sempre, anche nei lontani
tempi i cui tutti erano comunisti
(cioè, secondo le statistiche di metà
anni Settanta, tra PCI
quello vecchio e vero e gruppi della nuova
sinistra, in
Italia oltre il 70% dei giovani e, se
avessimo
ragionato con gli occhiali corti di oggi, qualcuno avrebbe detto che
quello era il “futuro”!), ho sempre
pensato che un limite
anche di Hegel
e Marx,
come di tutto il pensiero borghese,
sia quello di essere figli dell’illuminismo.
Per carità, bella la ragione, e anche liberté,
égalité, fraternité, ma
c’era tutta una cultura di origine
antichissima,
sopravvissuta, ancorché periodicamente perseguitata, al dominio
della Chiesa, che dopo il secolo del lumi e la rivoluzione francese è
stata bandita quasi completamente dal pensiero alto e da quello
corrente, dal sapere ufficiale delle classi dominanti così come di
quelle rivoluzionarie. E può essere un problema pensare, come avano
pensato (e chissà forse in qualche angolino sconosciuto - o magari
in Cina! - pensano ancora) i socialisti
scientifici rivoluzionari di
passare “dal regno della necessità a quello della libertà”,
senza riscattare anche con gli operai delle fabbriche (e oggi magari
le partite IVA “a progetto”!) anche saperi e rappresentazioni
del mondo, orali, esoteriche e iniziatiche ma anche profondamente
popolari, che avevano accompagnato per millenni l’avventura
dell’uomo, fino all’avvento della civiltà industriale.
Non
sto qui ad approfondire nello spazio angusto di un blog i
discorsi sugli
archetipi,
o la cultura sotterranea al femminile, tra
streghe e sibille, ma serviva
un’introduzione. I 22
Arcani Maggiori
sono
una “app” tra le più riuscite
della storia, un’interfaccia dinamica, efficace e – diremmo oggi
- “intelligente” che stabilisce una relazione
speciale tra chi li interroga e chi li
legge (in presenza ovviamente, non in
televisione, né tanto meno su un telefonino!), quando non sai se
sono le carte a parlare o il rapporto
vivo tra le due persone che attraverso
quel “medium” comunicano, si conoscono, interagiscono, disegnando
insieme un quadro, un contesto di libera
lettura o di risposta
a una domanda in cui l’interrogante
(divinazione, suggestione, credulità, telepatia, che altro?) il più
delle volte si riconosce.
Dalla
lettura che mi è stata fatta, recupero ed elaboro immagini, per una
piccola storia evocativa...
C’è
dunque questo bagatto
(mago, giocoliere, smanettone) che
ha disposizione una quantità virtualmente illimitata di strumenti,
che per il momento però non riesce a
comprendere, selezionare, utilizzare. Troppo
hardware e software, che uno non
impara mai, perché è troppo occupato ad accumularne di nuovi? Troppi
campi di esperienza a cui applicare gli
strumenti stessi, tanto che alla fine la vita scorre e passa via
senza che si sia fatto qualcosa per indirizzarla secondo i nostri
desideri o bisogni? Ci potrebbe essere una
donna vicina (l’amore, gli affetti, i
sentimenti, la soddisfazione fisica, o forse anche un'amicizia, una neutra collaborazione professionale o artistica), ma serve prima il
coraggio di mettersi in discussione,
accettare un cambiamento, una trasformazione. Quadro di una
situazione personale? O quasi universale, dato che una gran parte di
noi potrebbe riconoscersi, soprattutto nel tempo di oggi?
Scrivo
dei tarocchi invece che dell’ultimo iPhone,
anche
se pubblico libri
sulla tecnologia.
Così come i sostenitori dell’etica
hacker,
i
veri animatori della rivoluzione digitale (l’industria arriva dopo,
a diffondere distribuire, quasi mai a creare cose nuove!), già
diversi
anni
fa
si
richiamavano all’accademia di Platone, mentre
demolivano i falsi
miti
della velocità, del tempo programmato, anche quello libero, tanto in
voga oggi, che in realtà riprendono
ed esasperano vecchie parole d’ordine della società industriale dei primi del Novecento. Proprio
pochi giorni fa Carlo
Mazzuchelli,
che di tecnologia ne sa senz’altro più di me, ha pubblicato
insieme con Anna
Maria Palma
un ebook dal titolo La
Gentilezza che cambia le relazioni digitali.
E
trovo assolutamente fantastico, oltre
che estremamente opportuno,
anche solo il pensare di scrivere oggi
un libro sulla gentilezza!
Credo
fermamente che guardare indietro verso la storia e la cultura
umane, anche a quello che ci arriva da lontano, nel tempo e nello
spazio, sia assolutamente necessario per comprendere un mondo
odierno sempre più complesso, a cui ci si inventa e ci si illude
invece di poter dare risposte ogni giorno sempre più semplici e
banali, coi risultati disastrosi che tutti vediamo, sociali,
politici, ambientali. Rifiutarsi di affrontare
la complessità, perché è troppa e ci disorienta, non
la fa sparire, anzi! Capire magari che la stessa complessità che
disorienta ognuno di noi, può diventare piccola se si trova il modo
di affrontarla insieme, migliaia, milioni di persone, donne,
uomini, bambini, che capiscono ognuno la sua parte e poi condividono
questa comprensione colossale nella rete globale,
sarebbe davvero tutto un altro discorso.
E
allora il bagatto, lo smanettone, capisce come fare ordine sul suo
tavolo, come usare i suoi strumenti. Si mette in gioco come attore
singolo destinato a una probabile rovina (anche centinaia di
milioni di singoli, uno per uno su facebook, non contano niente!) e
si rinnova come parte di un sistema intelligente di milioni
di relazioni che, ottimizzando le risorse di ognuno e
coordinandosi, diventano una infinita forza orizzontale su cui
si potrebbe davvero costruire di tutto. Che poi è in realtà - come
spiega bene Stefano Mancuso nel suo bellissimo libro Plant
Revolution - molto più delle gerarchie fondate sulla
selezione e sui “capi”, da sempre la vera chiave del successo
nel mondo naturale.