domenica 18 novembre 2018

I Tarocchi e il Bagatto tecnologico

L’altra sera, bell’incontro a Brescia sui Tarocchi dei Visconti.
In realtà i tarocchi mi hanno affascinato da sempre, anche nei lontani tempi i cui tutti erano comunisti (cioè, secondo le statistiche di metà anni Settanta, tra PCI quello vecchio e vero e gruppi della nuova sinistra, in Italia oltre il 70% dei giovani e, se avessimo ragionato con gli occhiali corti di oggi, qualcuno avrebbe detto che quello era il “futuro”!), ho sempre pensato che un limite anche di Hegel e Marx, come di tutto il pensiero borghese, sia quello di essere figli dell’illuminismo. Per carità, bella la ragione, e anche liberté, égalité, fraternité, ma c’era tutta una cultura di origine antichissima, sopravvissuta, ancorché periodicamente perseguitata, al dominio della Chiesa, che dopo il secolo del lumi e la rivoluzione francese è stata bandita quasi completamente dal pensiero alto e da quello corrente, dal sapere ufficiale delle classi dominanti così come di quelle rivoluzionarie. E può essere un problema pensare, come avano pensato (e chissà forse in qualche angolino sconosciuto - o magari in Cina! - pensano ancora) i socialisti scientifici rivoluzionari di passare “dal regno della necessità a quello della libertà”, senza riscattare anche con gli operai delle fabbriche (e oggi magari le partite IVA “a progetto”!) anche saperi e rappresentazioni del mondo, orali, esoteriche e iniziatiche ma anche profondamente popolari, che avevano accompagnato per millenni l’avventura dell’uomo, fino all’avvento della civiltà industriale.

Non sto qui ad approfondire nello spazio angusto di un blog i discorsi sugli archetipi, o la cultura sotterranea al femminile, tra streghe e sibille, ma serviva un’introduzione. I 22 Arcani Maggiori sono una “app” tra le più riuscite della storia, un’interfaccia dinamica, efficace e – diremmo oggi - “intelligente” che stabilisce una relazione speciale tra chi li interroga e chi li legge (in presenza ovviamente, non in televisione, né tanto meno su un telefonino!), quando non sai se sono le carte a parlare o il rapporto vivo tra le due persone che attraverso quel “medium” comunicano, si conoscono, interagiscono, disegnando insieme un quadro, un contesto di libera lettura o di risposta a una domanda in cui l’interrogante (divinazione, suggestione, credulità, telepatia, che altro?) il più delle volte si riconosce.
Dalla lettura che mi è stata fatta, recupero ed elaboro immagini, per una piccola storia evocativa...

C’è dunque questo bagatto (mago, giocoliere, smanettone) che ha disposizione una quantità virtualmente illimitata di strumenti, che per il momento però non riesce a comprendere, selezionare, utilizzare. Troppo hardware e software, che uno non impara mai, perché è troppo occupato ad accumularne di nuovi? Troppi campi di esperienza a cui applicare gli strumenti stessi, tanto che alla fine la vita scorre e passa via senza che si sia fatto qualcosa per indirizzarla secondo i nostri desideri o bisogni? Ci potrebbe essere una donna vicina (l’amore, gli affetti, i sentimenti, la soddisfazione fisica, o forse anche un'amicizia, una neutra collaborazione professionale o artistica), ma serve prima il coraggio di mettersi in discussione, accettare un cambiamento, una trasformazione. Quadro di una situazione personale? O quasi universale, dato che una gran parte di noi potrebbe riconoscersi, soprattutto nel tempo di oggi?

Scrivo dei tarocchi invece che dell’ultimo iPhone, anche se pubblico libri sulla tecnologia. Così come i sostenitori dell’etica hacker, i veri animatori della rivoluzione digitale (l’industria arriva dopo, a diffondere distribuire, quasi mai a creare cose nuove!), già diversi anni fa si richiamavano all’accademia di Platone, mentre demolivano i falsi miti della velocità, del tempo programmato, anche quello libero, tanto in voga oggi, che in realtà riprendono ed esasperano vecchie parole d’ordine della società industriale dei primi del Novecento. Proprio pochi giorni fa Carlo Mazzuchelli, che di tecnologia ne sa senz’altro più di me, ha pubblicato insieme con Anna Maria Palma un ebook dal titolo La Gentilezza che cambia le relazioni digitali. E trovo assolutamente fantastico, oltre che estremamente opportuno, anche solo il pensare di scrivere oggi un libro sulla gentilezza!

Credo fermamente che guardare indietro verso la storia e la cultura umane, anche a quello che ci arriva da lontano, nel tempo e nello spazio, sia assolutamente necessario per comprendere un mondo odierno sempre più complesso, a cui ci si inventa e ci si illude invece di poter dare risposte ogni giorno sempre più semplici e banali, coi risultati disastrosi che tutti vediamo, sociali, politici, ambientali. Rifiutarsi di affrontare la complessità, perché è troppa e ci disorienta, non la fa sparire, anzi! Capire magari che la stessa complessità che disorienta ognuno di noi, può diventare piccola se si trova il modo di affrontarla insieme, migliaia, milioni di persone, donne, uomini, bambini, che capiscono ognuno la sua parte e poi condividono questa comprensione colossale nella rete globale, sarebbe davvero tutto un altro discorso.
E allora il bagatto, lo smanettone, capisce come fare ordine sul suo tavolo, come usare i suoi strumenti. Si mette in gioco come attore singolo destinato a una probabile rovina (anche centinaia di milioni di singoli, uno per uno su facebook, non contano niente!) e si rinnova come parte di un sistema intelligente di milioni di relazioni che, ottimizzando le risorse di ognuno e coordinandosi, diventano una infinita forza orizzontale su cui si potrebbe davvero costruire di tutto. Che poi è in realtà - come spiega bene Stefano Mancuso nel suo bellissimo libro Plant Revolution - molto più delle gerarchie fondate sulla selezione e sui “capi”, da sempre la vera chiave del successo nel mondo naturale.