Premetto: sono un
presuntuoso e su certe cose non ritengo vada la pena di ragionarci
più di tanto. Cioè, se si hanno idee e progetti e si
vogliono portare avanti, non si può passare metà del tempo a
confutare le sciocchezze altrui.
Così, quando
intravedo in Facebook parole di insegnanti sul probabile sostanziale
fallimento del PNSD, non vado a leggere
la sfilza lunghissima di commenti, ma suppongo che la sigla (grandi
cose le sigle, e la mia preferita attraverso i decenni resta
MinCulPop!)
per esteso si riferisca al Piano
Nazionale per la Scuola Digitale e
così, non senza un sorriso di soddisfazione, sono qui a fare alcune
considerazioni.
Dunque, la scuola come
istituzione (diverso ovviamente il discorso per i docenti che,
singolarmente o a gruppi, hanno fatto e fanno cose egregie) di
computer, informatica e digitale non ha mai dato l'impressione di
capirci molto. Dato che qualche anno e ricordi ce li ho, riassumo.
Uso intelligente di aula informatica: programmazione in LOGO |
Arrivano poi gli anni
Novanta, le “aule informatiche” del Ministro
Berlinguer: carrettate di pc (e di soldi) spesi per riempire le
scuole di ferraglia (hardware), comperate tutte insieme (per
poi domani buttarle via tutte insieme). Carrettate di pc di cui
nessuno sapeva bene cosa farne, anche perché nessuno dava indicazioni sul
loro possibile uso e sui programmi (software). Il modello di aula
informatica – per inciso – risale agli anni Sessanta,
cioè non c'entra niente con i personal computer, che
viceversa – e non col senno di poi, dato che io ed altri lo
andavamo ripetendo allora, e per questa stavamo antipatici – nelle
scuole andrebbero tenuti in classe e usati quando servono, per
scrivere, disegnare, fare simulazioni, grafici, calcoli e
quant'altro, utili strumenti per tutte le materie.
Nel frattempo, non solo
nella scuola, ma in tutta quanta la società civile, si
moltiplicavano i corsi di “informatica” basati
essenzialmente sull'Office di Microsoft - magari sarebbe stato
meglio chiamarli corsi di dattilografia! - confermando l'idea che per
l'appunto l'Office sarebbe la base su cui si misura l'uso
dei computer, su cui addirittura si rilascia una Patente
Europea! Cioè, se io non so usare tutte le funzioni matematiche
di Excel, non posso “guidare” un computer per fare grafica, video
o musica, perché non avrei le competenze di base! Follia!
E venne il tempo delle
LIM, l'ennesima “rivoluzione”, con annessa fiera delle
bestialità. Sentito con le mie orecchie in convegni ufficiali
importanti: “Bisogna mettere le lavagne digitali nelle scuole,
perché pensano come loro!”
(??? NDR: i “nativi
digitali”!) Oppure, ripeto con parole mie quelle di un tizio del
ministero: “Non diciamo alle maestre che sotto la LIM c'è un PC,
così non si spaventano!”
Poi venne il tempo dei
Tablet, magica soluzione per ogni cosa, rassicurante
rivoluzione nel segno della continuità, a salvaguardare l'idea di
una scuola di libri e lavagne, sì ma digitali!
Il pc è superato, il mouse è superato, tutto si fa con un dito che accarezza lo schermo (tutto cosa?). Domanda maligna, a quegli istituti che a un certo
punto decidono di imperniare il loro futuro sui tablet (quelli nudi e
crudi, originali, senza tastiera annessa): “D'accordo che vanno
benissimo per leggere, ma nella scuola non è che vi capita per
caso anche di scrivere?).
Anche i gatti sono nativi digitali e "sanno usare" i tablet! |
I tablet, per la loro “natura”, sono macchine orientate alla consultazione più che alla produzione, e confermano l'idea corrente che la “rivoluzione digitale” sia poter leggere il giornale e guardare la TV sull'aggeggio portatile. Questo evita che la gente (i consumatori, i cittadini, gli studenti) si rendano conto che i giornali e la TV, usando i PC, la rete, l'intelligenza e soprattutto collaborando tra gli umani, oggi possiamo letteralmente farceli da noi!
Poi, finalmente, il Coding! Cioè, in una scuola dove la stragrande maggioranza di
docenti e anche di ragazzi non
sanno tagliare una fotografia, dove le attività
anche le migliori di regola (a parte le eccezioni di pochi insegnanti benemeriti,
volenterosi e spesso mal visti dai colleghi) non vengono
documentate o lo sono in modo improvvisato e approssimativo, cioè
si è rinunciato in partenza a quella produzione di
memoria che è il senso forse più profondo dell'era
“digitale”, in questa scuola ferma a decenni fa, adesso tutti si mettono a studiare programmazione!
Eeeh?
Chiedo scusa, ma se ora l'idea di una scuola "digitale", popolata di ossimori (gli animatori
digitali, dove l'animazione è per sua natura euristica,
il digitale algoritmico, concetti e metodologie che non stano bene insieme, proprio no!), docenti messi lì dai colleghi più furbi a barcamenarsi per trovare un senso educativo e didattico in definitiva ai
capricci del mercato, questa idea davvero sta perdendo appeal e consensi, allora è
un buon giorno per la scuola italiana. Un'occasione forse - se la si vuole cogliere - per ripartire
dai bambini, dai ragazzi, dalle persone che nella scuola ci
lavorano, e trovare magari un senso vero vissuto, necessario anche
alla tecnologia, che a questo punto si potrebbe rivelare finalmente –
sorpresa! - non solo utile, ma bella, facile e perfino divertente!
Condivido e lo dico da 'animatore digitale' che è un ossimoro venuto fuori da un ibrido, che si è così voluto occultare, tra 'animatore vegetale' e 'armatore digitale', un docente costretto a vegetare dopo aver armato la scuola del ben di dio di tecnologie.
RispondiEliminaPerché, mi chiedo, ci viene così difficile fare a scuola le stesse cose che tutti col digitale facciamo già a casa? Perché la tecnologia, varcata la soglia delle aule, diventa così misteriosa e farraginosa? Perché la scuola non impara mai nulla dai propri errori?
Qui finora solo un commento (di cui ringrazio), ma moltissimi visitatori sull'articolo (almeno rispetto alle mie cifre abituali), molti mi piace in facebook, ovviamente anche qualche voce critica, e un dibattito appassionato destinato per lo più, come succede nei social network,ad evaporare nel giro di poche ore.
RispondiEliminaMetto allora il link alla discussione più vasta e interessante, nel gruppo fb "Animatori Digitali", nel caso valga un clic:
https://www.facebook.com/groups/AnimatoriDigitali/permalink/1704281592919050/?comment_id=1705308012816408¬if_t=group_comment¬if_id=1484831872319220